L’etichetta è uno strumento indispensabile tanto per il produttore quanto per il consumatore. Se in passato veniva vista dai primi come un semplice strumento informativo, oggi può diventare un vero strumento di marketing.
Grazie alle informazioni su essa contenute, il produttore può posizionare il prodotto e raggiungere il proprio target, rafforzando al contempo l’immagine del brand.
Affinché questo scopo venga raggiunto, l’etichettatura industriale o labelling deve essere effettuata utilizzando macchinari professionali che siano in grado di offrire un risultato di qualità, con la massima resa estetica. Ancora prima della stampa, deve essere effettuato un accurato lavoro grafico. Immancabile, inoltre, il controllo attento delle informazioni riportate e degli elementi inseriti, i quali devono, tra le altre cose, rispettare le normative vigenti.
In questo articolo vi spiegheremo perché non dovreste mai sottovalutare l’importanza dell’etichettatura e quale valore aggiunto può offrire ai vostri prodotti.
L’importanza del labelling
L’etichetta apposta sui prodotti riveste per il marketing un’importanza pari a quella del packaging e, in alcuni casi, addirittura superiore a questo.
Se il packaging è la veste con la quale il prodotto si presenta, il labelling è l’elemento che informa in modo chiaro e inequivocabile sul suo contenuto e sulla sua composizione. Inoltre, può riportare informazioni aggiuntive, volte a trasmettere valori che l’azienda condivide o vorrebbe condividere con il suo target di riferimento.
Le informazioni che possono essere inserite in etichetta per arricchire la comunicazione e inserirla pienamente in una strategia di marketing variano naturalmente in base al mercato di riferimento e al prodotto, e, in alcuni casi, sono regolamentate da normative molto rigide.
L’etichettatura dei prodotti alimentari
Un esempio su tutti è dato dal labelling dei prodotti alimentari, il quale deve seguire le direttive dei regolamenti UE 1169/2011 e UE 775/2018. Queste direttive sono valide per tutti gli Stati Membri.
Tra le informazioni che, in base a tali regolamenti, devono obbligatoriamente essere inserite sulle etichette degli alimenti rientrano, oltre alla denominazione del prodotto:
- l’elenco completo degli ingredienti;
- le quantità di alcuni o tutti gli ingredienti;
- la segnalazione della presenza– certa o presunta – di sostanze che potrebbero provocare intolleranze o allergie;
- la data di scadenza del prodotto;
- il peso o il quantitativo netto;
- le modalità di conservazione;
- le istruzioni per utilizzarlo e consumarlo in modo corretto;
- il titolo alcolometrico, quando necessario;
- i valori nutrizionali;
- il luogo di provenienza del prodotto;
- i dati dell’operatore alimentare.
A queste, possono essere aggiunte delle informazioni facoltative, come il claim, che aiutino il consumatore nella scelta e sottolinei particolari caratteristiche o qualità del prodotto. Sarà ad esempio possibile mettere in evidenza le qualità sostenibili del prodotto, il fatto che sia biologico, vegetariano o vegano, l’assenza di particolari ingredienti e via dicendo.
Le normative sottolineano il fatto che tutte le informazioni aggiuntive devono essere reali, prive di ambiguità, non interpretabili in modo erroneo. Insomma, il produttore può inserire informazioni utili ai fini della promozione del prodotto e del suo posizionamento, ma al contempo deve fare attenzione a fornire solo ed esclusivamente dati veritieri e a non ingannare il consumatore.